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Carciofo romanesco: la varietà per la Vignarola
Detto anche Mammola o Cimarola, il carciofo romanesco è la varietà più pregiata
Un ortaggio di cui la nostra cucina non può fare a meno è sicuramente il carciofo. Il nome, di origine araba, rimanda alla sua storia che affonda le radici in epoche molto lontane. Il Mediterraneo è il suo terreno di elezione e l’Italia la maggiore produttrice, con tante varietà.
Carciofo romanesco, il primo IGP d’Italia
Tra queste spicca il carciofo romanesco: chiamato anche Mammola o Cimarola, è tra i più pregiati. Si coltiva sul litorale laziale e richiede terreni particolarmente ricchi di sali minerali. È una varietà primaverile: grande, dalla forma tonda, ha un colore verde violetto ed è senza spine. È stato il primo carciofo a ottenere l’IGP. In cucina si presta a ricette molto gustose, tra cui i carciofi alla romana e alla giudìa.
Il re della Vignarola romana
È ottimo anche per preparare la Vignarola. Una zuppa saporita per cui dobbiamo ringraziare i contadini romani. Tipico della tradizione capitolina, il piatto inneggia alla primavera perché richiede l’utilizzo di tre ingredienti simbolo di questa stagione. Si prepara con le fave, i carciofi e i piselli: può essere un contorno, un antipasto o un secondo vegetariano, ma non necessariamente. Arricchita del guanciale e dei crostini di pane, la Vignarola diventa un piatto unico o un ottimo condimento per pasta e riso.