Storie
Da uve Asprinio un vino leggero e brioso
L’Asprinio di Aversa è un vitigno antico e autoctono che dà vita a un vino leggero, fresco e allegro
Coltivato solo nella zona di Aversa, in 22 comuni compresi nelle province di Caserta e di Napoli, l’Asprinio è un vitigno a bacca bianca, riconosciuto dalla DOC del territorio.
Alcune fonti sostengono che anticamente questa uva era diffusa anche in Puglia, ma si chiamava Olivese o Ragusano. Il nome del vitigno, iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Vite nel 1970, è onomatopeico e deriva dalla sensazione prodotta dal vino derivato.
Le origini del vitigno e le caratteristiche della pianta
Le sue origini sono molto antiche e lo identificano come un vitigno autoctono di questa zona. Il sistema di allevamento caratteristico dell’Asprinio deriva dagli Etruschi ed è l’alberata aversana, con viti maritate ad olmi o pioppi che possono raggiungere anche i 20m di altezza.
Gli Etruschi sfruttavano le proprietà rampicanti della Vitis vinifera, appoggiandola ad altri alberi che servivano da appoggio e che davano origine a singolari filari di vigna: data l’altezza, per la vendemmia era necessario l’utilizzo della scala.
Gli acini dell’Asprinio sono piccoli, rotondi, a buccia rosa, verde e gialla; le foglie verdi e il grappolo si presenta compatto e di forma conico-piramidale. La maturazione avviene la fine di settembre e i primi di ottobre.
Il vino spumante da Asprinio
La spiccata acidità del vitigno lo rende adatto alla spumantizzazione. Lo spumante da uva Asprinio in purezza, prodotto sia con metodo classico, sia con lo charmat, presenta un colore giallo paglierino, più o meno carico.
Al naso è fruttato intenso; mentre al palato si caratterizza per un gusto spiccatamente acido, secco, fresco, minerale e frizzante. Il perlage è fine e persistente.
La sua freschezza lo rende adatto all’abbinamento con fritture di mare, che riesce perfettamente a sgrassare. L’acidità è ideale anche per un aperitivo con piatti di pesce leggeri e non troppo strutturati.