Storie
La storia della colomba pasquale
Colomba pasquale: significato e leggende
Non è Pasqua senza Colomba, una pasta lievitata dolce che deve il nome alla sua forma, che ricorda appunto quella di una colomba. Una preparazione soffice e delicata, a base di farina, uova, zucchero, pasta madre o lievito naturale, scorza d’arancia candita e una glassa di mandorle, zucchero e albume.
La colomba nella tradizione cristiana
Nella tradizione cristiana il significato è abbastanza evidente: la colomba è simbolo di pace e di salvezza, legata a doppio filo con la resurrezione del Cristo, ma l’origine di questo dolce è controverso anche se diverse leggende rimandano al Medioevo.
Origini controverse
Alcune fonti la collegano all’assedio di Pavia da parte del Re longobardo Alboino: in questa occasione, i cittadini per ingraziarsi il sovrano e farsi risparmiare la vita, gli donarono soffici pani a forma di colomba.
Un’altra leggenda ha come protagonista San Colombano, uno dei padri spirituali d’Europa. Durante la quaresima fu invitato, dalla regina di Monza Teodolina, a un pranzo a base di selvaggina. Per non tradire il digiuno e non offendere la regnante, il predicatore trasformò la carne in pane dalla forma di colomba.
Dalla fugassa alla nuova denominazione
Altri aneddoti collegano la colomba alla fugassa veneziana, focaccia dolce consumata durante il periodo pasquale. Nella Venezia della Serenissima, durante la Pasqua, si teneva la sfilata patrizia del Doge che si concludeva con la visita al monastero di San Zaccaria, dove le monache preparavano un sontuoso banchetto. Il pranzo terminava con la tipica “fugassa”, per l’occasione a forma di corno ducale, molto simile a quella di una colomba.
A proporre la colomba in chiave moderna, con la nuova denominazione, fu il brillante pubblicitario veronese Dino Villani negli anni Trenta, la sua idea poi si diffuse rapidamente.